Utilizzo del biochar per ridurre il trasferimento di elementi potenzialmente tossici dal suolo alle colture orticole

24 settembre 2021

Il biochar è un prodotto secondario della pirolisi della biomassa vegetale (o animale) a fini energetici, ed è ampiamente utilizzato in agricoltura come ammendante, in quanto fa diminuire il fabbisogno di acqua e fertilizzanti grazie alla sua elevata porosità che favorisce la ritenzione idrica e quella degli elementi nutritivi che rimangono più a lungo disponibili per le piante.
Il biochar è l’unica tecnica di mitigazione dei cambiamenti climatici che non sia solo carbon neutral, ma addirittura carbon negative, ovvero sequestra più carbonio di quanto ne viene emesso per produrre energia ed è stato inserito nell’agenda dei prossimi negoziati internazionali sui cambiamenti climatici come la più promettente strategia di mitigazione del cambiamento climatico.
Date le sue peculiari caratteristiche chimico-fisiche, il biochar potrebbe avere la potenzialità di limitare la mobilità di elementi potenzialmente tossici nel suolo e nelle soluzioni nutritive (colture idroponiche), e quindi la loro biodisponibilità per le piante destinate al consumo umano, come gli ortaggi.
Scopo di questo progetto è indagare, attraverso esperimenti condotti presso l’Orto Botanico dell’Università di Siena, la capacità del biochar Black Silt Biodea© di limitare il trasferimento di metalli pesanti (quali mercurio, piombo e rame) dal suolo e dalle soluzioni nutritive all’interno delle parti eduli delle colture orticole, utilizzando la lattuga come specie modello.

Sede

Piazza San Francesco – Siena

Orario: 16.00 – 19.00

Referenti
Dipartimento Scienza della Vita

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